Servizi offerti

PSICOTERAPIA PER ADULTI

servizi1Nel corso del primo colloquio il terapeuta analizza insieme al paziente il problema che lo ha spinto a recarsi in terapia e tra i due si stabilisce un primo contatto interpersonale.

Gli incontri successivi sono finalizzati alla conoscenza del sistema di scopi e credenze del paziente, all’interno del quale si vanno a inserire le sue difficoltà. A tal fine, oltre al colloquio clinico, il terapeuta si avvale spesso dell’utilizzo di test psicodiagnostici. Al paziente viene inoltre chiesto di monitorare il proprio problema anche fuori dalle sedute, svolgendo degli homeworks, “compiti a casa” che sono fondamentali in quanto consentono al paziente di individuare in prima persona gli stimoli che influenzano il proprio disagio, aumentando la sua consapevolezza.

Grande importanza viene inoltre data alle relazioni del paziente, che spesso hanno un ruolo importante nella creazione e nel mantenimento del disturbo: per questo risulta centrale la raccolta della storia di attaccamento.

Una volta inquadrato il problema e stabilita una proficua relazione tra paziente e terapeuta, è compito di quest’ultimo individuare delle alternative valide agli schemi cognitivi abitualmente adottati dal paziente: tali alternative, unitamente a tecniche specifiche, vanno a costituire il progetto terapeutico.

Il terapeuta discute il progetto con il paziente, il quale ne deve condividere il senso e gli obiettivi prima di metterlo in atto. Questa condivisione risulta fondamentale per rispettare alcune delle caratteristiche centrali della psicoterapia cognitiva, in particolare il ruolo attivo del paziente e il clima collaborativo tipico delle sedute. Tutto ciò contribuisce alla costruzione di una buona alleanza terapeutica, che consentirà di mantenere elevata la motivazione del paziente al trattamento.

Una volta raggiunto l’accordo sugli scopi della terapia, viene proposto al paziente un contratto terapeutico riguardante diversi aspetti del percorso (frequenza delle sedute, costi…) e contenente le ipotesi del terapeuta, le sue valutazioni relative ai problemi riportati e le sue interpretazioni degli eventi.

Ha allora inizio la terapia vera e propria, con sedute generalmente a cadenza settimanale, il cui andamento e i cui obiettivi verranno periodicamente ridiscussi con il paziente alla luce dei cambiamenti ottenuti.

Una volta che la fine del percorso si avvicina le sedute possono diradarsi nel tempo, fino a giungere alla loro conclusione, seguita da incontri periodici di follow-up nei quali verrà valutato il mantenimento dei risultati nel tempo.

 

PSICOTERAPIA PER BAMBINI E ADOLESCENTI

servizi2Nel caso il destinatario dell’intervento sia un bambino, il primo colloquio verrà svolto con i genitori, i quali racconteranno il problema che li ha spinti a consultare uno specialista.

Successivamente, il terapeuta incontrerà il bambino da solo o accompagnato da un genitore se molto piccolo o in difficoltà all’idea di separarsi. Anche con i piccoli pazienti, oltre al colloquio clinico, riveste grande importanza la valutazione psicodiagnostica: tuttavia, essa si svolge in modo diverso rispetto a quella condotta con i pazienti adulti. Durante i primi incontri, infatti, al bambino vengono proposti giochi e materiali consoni alla sua età, in grado di mantenere elevato il suo interesse e di non “spaventarlo”, mediante i quali è possibile tuttavia inquadrare le caratteristiche del disturbo proprio come accade con gli adulti. È il caso del disegno, attività che consente di accedere al sistema di scopi e credenze del bambino superando l’ostacolo della difficile verbalizzazione.

Terminata la fase di assessment, il terapeuta incontra nuovamente i genitori per un incontro di restituzione, nel quale viene esposto quanto emerso dai test effettuati, quanto osservato durante il gioco o mediante il disegno, nonché le teorie e le interpretazioni del terapeuta riguardo alle difficoltà del bambino.

Nell’ambito di tale incontro viene proposto ai genitori, se necessario, il contratto terapeutico contenente caratteristiche e finalità dell’intervento.

Nella psicoterapia dell’età evolutiva l’attenzione al contesto famigliare e, più in generale, al sistema di relazioni del bambino (scuola, altre figure di rilievo…) è ovviamente centrale. Durante la terapia con il piccolo paziente, dunque, i genitori vengono periodicamente incontrati per discutere dell’andamento del percorso, dei comportamenti e dei cambiamenti che essi notano nel proprio figlio. In qualche caso, invece, è più utile intervenire sul problema manifestato dal bambino lavorando direttamente con i genitori.

Ad ogni modo, viene sempre data grande attenzione allo stile di attaccamento del bambino. Per attaccamento si intende quel sistema comportamentale che spinge il bambino a ricercare e mantenere la vicinanza fisica con una figura di riferimento al fine di ottenere protezione in situazioni di pericolo. La qualità della relazione del bambino con i suoi caregivers influisce sullo sviluppo di diversi stili di attaccamento, ciascuno dei quali è caratterizzato da un diverso modo servizi3di valutare sé stessi, relazionarsi con gli altri e comportarsi in situazioni nuove. Ne deriva che lo stile di ciascun bambino ha un impatto fondamentale sul suo modo di porsi in terapia, e il terapeuta dovrà modulare i propri interventi e costruire la relazione con il piccolo paziente di conseguenza.

La terapia con l’adolescente, invece, non si differenzia di molto da quella dell’adulto per quanto riguarda le modalità di raccolta delle informazioni (domande del terapeuta, test psicodiagnostici proposti), i tempi e le modalità degli incontri.

La famiglia continua chiaramente a rivestire un ruolo centrale nello sviluppo e nel mantenimento del sistema di scopi e credenze del ragazzo: per questo, di solito, i genitori vengono convocati per colloqui periodici. Allo stesso tempo, tuttavia, risulta fondamentale rispettare il desiderio di autonomia tipico dell’età e il bisogno fisiologico di allontanamento dalle figure genitoriali e di avvicinamento ai coetanei. Per questo, in età adolescenziale il primo colloquio viene svolto direttamente con il paziente, il quale stabilisce successivamente con quali modalità coinvolgere i genitori e cosa comunicare loro di quanto emerso durante il percorso.

 

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA' E PARENT TRAINING

servizi4Essere genitori è un compito meraviglioso, ma estremamente delicato e complesso. In determinate fasi di crescita dei figli, o quando essi manifestano un particolare tipo di disagio, non è raro trovarsi impreparati di fronte alle difficoltà che insorgono. Le modalità con le quali bambini e adolescenti esprimono il proprio malessere, in certi casi, possono infatti mettere a dura prova la pazienza dei genitori, al punto da influenzare negativamente il clima famigliare. Nei genitori possono sorgere sensi di colpa e di impotenza, che contribuiscono ad aumentare il loro disagio e di conseguenza quello del figlio, in un continuo circolo vizioso. Anche la scarsa o cattiva informazione riguardo alle pratiche educative da adottare può andare ad alimentare questo circolo.

Per questo negli ultimi anni si sono sempre più diffusi interventi focalizzati sui genitori, volti a riflettere sulle loro modalità educative e relazionali e se necessario a modificarne alcuni aspetti.

Il tipo di intervento più indicato varia a seconda del tipo di difficoltà manifestata dal bambino o adolescente, e delle conseguenti reazioni dei genitori. Si può optare per un ciclo di colloqui con la coppia genitoriale, utili in caso di problematiche frequenti quali difficoltà scolastiche, litigi tra fratelli, problemi di aggressività nei confronti dei coetanei, frequenti capricci o comportamenti rabbiosi e ostili rivolti agli adulti, problemi di alimentazione o sonno dei più piccini.

Molto diffusi sono inoltre gli incontri di Parent training (letteralmente “formazione ai genitori”), svolti in gruppo ed efficaci in caso di disturbi comportamentali quali il disturbo oppositivo-provocatorio, il disturbo della condotta e l’ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività). Percorsi di questo tipo vengono applicati da alcuni anni con successo anche con genitori di bambini e ragazzi con disabilità, ad esempio autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo. Il gruppo rappresenta un momento unico di condivisione e confronto su problematiche comuni, oltre a favorire la costruzione di una rete di supporto tra famiglie che vivono le stesse difficoltà.

Sia gli interventi di coppia, che quelli di gruppo hanno in comune alcune finalità:

- aumentare la conoscenza del genitore sullo sviluppo psicologico e sulla natura delle difficoltà presentate dal figlio;

- insegnare metodi educativi adatti alle specifiche situazioni e basati sull’osservazione sistematica del comportamento;

- migliorare la qualità della relazione e della comunicazione tra genitori e figli.

Negli ultimi anni, inoltre, l’attenzione si è ampliata sempre più ai bisogni dell’intero nucleo famigliare, focalizzandosi sulla valorizzazione di quei fattori protettivi indispensabili per il benessere psicofisico di tutti i suoi componenti.

È fondamentale, infine, in certi casi il coinvolgimento di insegnanti e altre figure educative, che seppur esterni al nucleo famigliare costituiscono importanti punti di riferimento per bambini e adolescenti.

 

SOSTEGNO PSICOLOGICO E COUNSELING

“Le persone che per qualche motivo sono angosciate a volte preferiscono un problema che è loro familiare piuttosto di una soluzione che non lo è per nulla”.
(Neil Postman)

servizi5Capita a tutti di attraversare momenti di difficoltà legati a fasi particolari della vita, momenti in cui risulta difficile prendere una decisione, una situazione nuova risulta più complessa del previsto da gestire, le nostre relazioni non sono percepite come soddisfacenti o un evento imprevisto fa vacillare il nostro inquilibrio interiore.

Si tratta di passaggi assolutamente normali, che tuttavia non sempre risulta semplice affrontare da soli.

Il sostegno di uno specialista può costituire in questi casi un valido aiuto, aiutando a decentrarsi momentaneamente dal problema osservando la situazione dall'esterno, analizzando insieme le possibili alternative, soppesando pro e contro, ragionando sulle conseguenze in un clima di alleanza e collaborazione.

Questo tipo di intervento si differenzia dalla psicoterapia per la durata: si tratta infatti di un percorso più breve.

Alcuni esempi di situazioni in cui un intervento di counseling può essere utile sono problemi o perdita di lavoro, difficoltà nell'elaborare un lutto, fasi particolari della vita quali separazioni e divorzi, cambiamenti legati alla gravidanza o alla nascita di un figlio, orientamento nella scelta di un percorso scolastico o lavorativo.

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